Prezzi energia elettrica
Clienti domestici
In merito al confronto tra i prezzi italiani e quelli dei principali paesi europei, nel 2020 la Germania si conferma il paese con i prezzi dell’energia elettrica più alti per il comparto domestico. Rispetto all’omologo tedesco, il cliente domestico italiano continua a pagare prezzi finali decisamente inferiori, con un divario rimasto sostanzialmente stabile rispetto al 2019 per la classe DB*, pari a circa il -26%, e aumentato dal -22% al -28% per la DC*, dal -16% al -27% per la classe DD* e dal -11% al -28% per l’ultima classe, la DE*.
Restano sempre più bassi di quelli italiani, invece, i prezzi della Francia, anche se i differenziali positivi diminuiscono, in questo caso, per tutte le classi: per quelle a maggiori consumi si collocano intorno al +8% e al +14%, contro il +15% e il +26% nel 2019. La Spagna presenta, come già in passato, prezzi più bassi rispetto a quelli italiani per le classi a maggiori consumi e prezzi più alti per le prime due. Tra prezzi italiani e spagnoli si riducono i differenziali positivi, in particolare per l’ultima classe (da +25% a +13%), e si amplifica il differenziale negativo della prima (da -16% a -22%).
*DA < 1.000 kWh/anno – DB 1.000-2.500 kWh/anno – DC 2.500-5.000 kWh/anno – DD 5.000-15.000 kWh/anno – DE > 15.000 kWh/anno
Clienti industriali
Passando al confronto con i principali paesi europei (Fig. 1.14), i prezzi medi italiani al lordo degli oneri e delle imposte continuano, come ormai da anni, a non essere quelli più elevati. I consumatori industriali di energia elettrica del nostro Paese seguitano, infatti, a pagare prezzi più convenienti rispetto agli omologhi tedeschi, con differenziali negativi che si ampliano significativamente rispetto al 2019, fino al -33% e -43% per le classi IE** e IF** (erano -8% e -20% nel 2019).
In riduzione i forti differenziali positivi con la Francia, che arrivano al +16% per la classe a maggiori volumi (era al +50% nel 2019). Differenziali in calo anche con la Spagna, ma non per tutte le classi: per la ID** e IE**, infatti, si registra un leggero peggioramento, rispettivamente da +38% a +43% e da +24% a +25% tra il 2019 e il 2020.